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LA MISSION DEL BCF

LA STORIA CONTINUA, CON NUOVE AMBIZIONI

In trentasei anni di attività (la società è stata fondata nel 1985, e dal 1995 è entrata a far parte della Federazione Italiana Giuoco Calcio), il percorso compiuto ha portato il Brescia Calcio Femminile dall’essere una piccola realtà locale a diventare uno dei punti di riferimento a livello nazionale ed europeo per quanto riguarda il calcio femminile ma non solo: sono stati e sono costanti, fin dagli albori, la presenza e il fervore della società a tutti i livelli in favore della parità di genere, e dell’impegno sociale.

BCF: UNA STORIA DI SUCCESSI SPORTIVI

Dal punto di vista sportivo, dall’Oratorio ai quarti di finale della Uefa Women’s Champions League: è questa la parabola incredibile del Brescia Calcio Femminile. Due Scudetti, tre Coppe Italia, quattro Supercoppe Italiane: un palmarès fra i più ricchi del panorama calcistico femminile italiano, e l’orgoglio di aver visto passare in maglia biancoblu 15 delle 23 “Ragazze Mondiali”, oltre alla CT Milena Bertolini, che hanno fatto innamorare l’Italia intera durante il Campionato del Mondo di calcio femminile di Francia 2019. Dopo lo Scudetto perso solo al sesto rigore dello spareggio contro la Juventus nel 2018, la società è ripartita dai campionati regionali, e in tre stagioni è tornata a competere in Serie B, conquistando la salvezza alla prima partecipazione nella stagione 2020-2021 e sfiorando addirittura il ritorno in Serie A nella stagione successiva, obiettivo mancato per un solo punto dopo una lunga cavalcata in testa alla classifica.

 

IL “NUOVO” BCF: RINASCITA SUL TERRITORIO, AFFILIAZIONI
ALLARGAMENTO DELLA BASE

Dalla primavera del 2021 Clara Gorno è la nuova presidente del Brescia Calcio Femminile e da subito ha fissato gli obiettivi per rilanciare l’azione e l’immagine societaria.
Il territorio della provincia bresciana, che per estensione è ai primi posti in Italia, e addirittura al primo per popolazione (se si escludono le Città Metropolitane) è un potenziale bacino di fruitori, appassionati e nuove leve calcistiche di impareggiabile importanza. Quasi ognuno degli oltre duecento Comuni che compongono il variegato territorio bresciano può vantare una società sportiva al suo interno, e per questo costituire un prezioso alleato attraverso le affiliazioni.

È per questo che è nato il progetto “Punto Brescia” che ha come tratti distintivi e peculiari Inclusione, opportunità, parità: questi i capisaldi del progetto di affiliazione “Punto Brescia”, iniziativa nata sotto l’impulso della presidente Clara Gorno. Il Brescia Calcio Femminile mette a disposizione di tutte le Società della provincia bresciana il proprio know-how, la propria passione, il proprio entusiasmo per entrare a far parte della sua grande famiglia e dare la possibilità a tante bambine e ragazze di coltivare le proprie passioni. E al tempo stesso dare alle famiglie la certezza che affidano il loro bene più prezioso a persone qualificate, competenti, e che hanno nel rispetto e nell’educazione i loro valori fondanti.
Inoltre, e non è particolare di poco conto, il progetto di affiliazione “Punto Brescia” ha una particolarità unica, che lo rende differente da tutte le affiliazioni che sono state messe in campo finora dalle società sportive: le bambine e le ragazze che vorranno iniziare questo percorso all’interno delle Società affiliate, saranno tesserate direttamente Brescia Calcio Femminile e giocheranno con la maglia, lo stemma e il nome del Brescia Calcio Femminile.

Il Punto Brescia attualmente attivo è quello di Concesio (BS). Altri sono in cantiere e sono pronti a partire prossimamente. Il Brescia Calcio Femminile vuole rinascere e diventare punto di riferimento su tutto il territorio provinciale, per allargare la propria base di iscritte ed affermarsi così anche nei numeri come primaria realtà sportiva.

Un Settore Giovanile florido e completo è il termometro di salute di una società sportiva, e il Brescia Calcio Femminile ha nello sviluppo e nell’implementazione di tutte le categorie giovanile uno dei suoi primari obiettivi: dalla Scuola Calcio alla Primavera nazionale il Brescia Calcio Femminile crede nel territorio, nella forza e nella volontà di giovani donne e ragazze che inseguono un sogno e con le Leonesse possono farlo diventare realtà. Creare un ambiente sano, sicuro, nel quale il divertimento è la parola d’ordine prima che il risultato. Un ambiente del quale i genitori sono felici e consapevoli di lasciare le loro bambine in buone mani.

La visione e il desiderio della presidente Clara Gorno di mettere sotto una luce totalmente diversa lo sport e il calcio al femminile ha fatto sì che la risposta da parte del territorio sia stata immediata e potente: in pochi mesi sono addirittura raddoppiate le tesserate: dalle 70 della stagione 2020/2021 alle oltre 200 di quella della attuale 2023/24. E l’ambizione porta a puntare numeri ancora più alti nel prossimo futuro, riconoscendo come 300 la quota da raggiungere nelle prossime stagioni.

L’IMPEGNO NEL SOCIALE E PER LA PARITÀ DI GENERE

Il Brescia Calcio Femminile punta al successo per diffondere sempre più la cultura dell’etica nello sport, fatta di comportamenti corretti, di sano divertimento, di totale coinvolgimento, di empowerment femminile, di lotta alla disuguaglianza di genere, di impegno nel sociale. Queste sono le cose messe al primo posto: l’importanza dei Valori messi in campo, per migliorare la persona oltre l’atleta; l’agonismo è perfettamente mescolato con il gusto di giocare serenamente, di sfidarsi lealmente, di divertirsi veramente; mettersi in gioco e sentirsi parte integrante di un unico grande progetto. Permeato dal forte senso di appartenenza, affiatamento e correttezza che si percepisce ogni volta che le giocatrici scendono in campo e che contamina positivamente anche i nostri tifosi, creando quella sinergia così singolare che contraddistingue il BCF dalle altre società.

L’impegno e l’attenzione del Brescia Calcio Femminile che ha sempre avuto per il territorio si è esplicato negli anni anche attraverso numerose iniziative di carattere sociale, come le visite nei reparti pediatrici di Pronto Soccorso degli ospedali bresciani (Civile e Poliambulanza), o la attiva partecipazione nella creazione di un calendario a scopi benefici per Fondazione Casa Industria Onlus.

Nell’estate del 2021 il Brescia Calcio Femminile, consapevole delle grandi difficoltà che le famiglie hanno dovuto attraversare a causa della pandemia da Covid-19, ha
organizzato il Grest “Estate Sospesa” al costo di 45 Euro alla settimana (la quota richiesta alla fascia ISEE più bassa dal Comune di Brescia), lanciando una raccolta fondi per coprire la parte restante, ottenendo una significativa risposta dal territorio. Questa è solamente la prima iniziativa di una lunga serie che vedranno protagonista il Brescia Calcio Femminile a sostegno delle bresciane e dei bresciani.
E guardando oltre i propri confini, il sogno della presidente Clara Gorno (che tra le sue esperienze può vantare anche quella da cooperante nei Paesi del Terzo Mondo ed è la fondatrice di Dharma Onlus, una ONG che ha come obiettivo quello di sviluppare progetti sociosanitari nei Paesi in via di sviluppo e zone di guerra) è quello di siglare un’affiliazione con una squadra calcistica femminile di ex bambine soldato nel Rwanda, operando anche scambi culturali.
Lottare per la parità di genere nel calcio e nello sport attraverso il calcio: è impensabile nel Terzo Millennio che l’attività sportiva calcistica sia considerata professionistica per gli uomini e dilettantistica per le donne. Con l’aggravante che qualsiasi sportiva donna è a prescindere dilettante per legge. Senza mai perdere di vista il raggiungimento dei più alti obiettivi sportivi, uno dei capisaldi del nuovo BCF sarà quello di mettere in evidenza l’ancora fortissima disparità esistente e di promuovere azioni e iniziative volte a far sì che questo “gap” possa essere eliminato. Al più presto.

IL PROFESSIONISMO FEMMINILE: UN PRIVILEGIO PER POCHISSIME

Come sicuramente saprete, da questa stagione sportiva, la 2022/2023 è entrato in vigore il professionismo nel calcio femminile: una grande conquista, sicuramente, perché darà la possibilità alle calciatrici di poter immaginare una carriera lavorativa incentrata sul calcio. Ma sarà un privilegio solo per pochissime: il professionismo, e quindi la possibilità di avere contratti di lavoro pienamente regolamentati con ferie, permessi, malattie e pagamento dei contributi, sarà solamente appannaggio delle società di Serie A, che sono dieci.
Per tutte le altre calciatrici, continueranno i sacrifici: la maggior parte delle nostre ragazze durante il giorno lavorano e poi la sera raggiungono il campo di allenamento, anche con diverse decine di chilometri di strada da fare, per preparare le partite. Comprese quelle del Brescia Calcio Femminile, che hanno dato una grandissima dimostrazione di forza d’animo, carattere e di come le donne hanno le capacità di superare qualsiasi ostacolo. Senza lamentarsi, senza chiedere aiuto.
Ma anche il professionismo, che comunque è giustamente visto come un traguardo forse impensabile anche fino a pochissimi anni fa, è neanche lontano parente rispetto ai dirimpettai uomini: nel calcio la parità salariale sembra un traguardo impossibile da tagliare, a meno di una profonda riforma del sistema. Il gender pay gap, nel mondo del football esaspera i termini del confronto, arrivando a record negativi assoluti. Sulla scorta di un recente studio realizzato dall’Osservatorio Betway, “Lavorare nel mondo del calcio: ecco quanto si guadagna”, emerge che un magazziniere guadagna più di una calciatrice di Serie A: 1.670 euro contro 1.250 euro, considerati gli stipendi medi mensili. Ma le iniquità non finiscono certo qui: basta prendere in considerazione lo stipendio medio di un calciatore di Serie C, ovvero 2.500 euro, per scoprire che è il doppio di quello che viene dato a una giocatrice militante nella massima divisione del calcio femminile italiano. E un guardalinee, nello spazio di appena una partita di Serie A, malgrado la presenza del VAR, incassa 1.000 euro, che rappresentano l’80% dello stipendio mensile di una calciatrice.

IL FAIR PLAY: NON SOLO RISPETTO DELLE REGOLE

Il Brescia Calcio Femminile aderisce attivamente e sostiene con forza il concetto di Fair Play, che non significa solamente il semplice rispetto delle regole. Esso incorpora i concetti di amicizia, di rispetto degli altri e di spirito sportivo. Il Fair Play è un modo di pensare, non solo un modo di comportarsi. Esso comprende la lotta contro qualsiasi tipo di imbroglio o inganno, le astuzie al limite della regola, il doping, la violenza in ogni sua forma, lo sfruttamento, la diseguaglianza delle opportunità.
Lo sport, e un suo corretto svolgimento, viene anche riconosciuto quale attività che offre agli individui l’opportunità di conoscere sé stessi, di esprimersi e di raggiungere un buono stato di salute psicofisico oltre alle soddisfazioni personali. Il Brescia Calcio Femminile crede in tutto ciò e lo sottoscrive con forza fin dalla sua nascita.