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Il numero 12 del Brescia Calcio Femminile, il portiere Camelia Ceasar, festeggia oggi i suoi vent’anni. Un compleanno speciale, perché arriva a pochi giorni dalla parata stupenda sul calcio di rigore di Alborghetti nel derby vinto in rimonta per 2-1 dalle leonesse sull’Atalanta a Mozzanica, e in un clima di squadra davvero ricco di sintonia e serenità.

L’abbraccio al termine della gara contro il Mozzanica fra Camelia e capitan Girelli. FOTO FEDERICA SCARONI.

Camelia, prima di tutto tantissimi auguri di buon compleanno. Immaginavi un giorno così? A Mozzanica ti sei fatta un regalo bellissimo, ma lo hai fatto anche a squadra e tifosi, come ti senti?
Sono felice per la vittoria e i 3 punti fondamentali, il mio intervento viene in secondo piano. Abbiamo ribaltato il risultato perché in campo ci aiutiamo tantissimo, la squadra è davvero speciale. Ci meritiamo tutto questo e anche di più.

Che cos’ha di speciale questo gruppo?
E’ genuino e ha tantissima voglia di dimostrare il suo valore. Siamo tutte diverse fra noi e questa cosa ci fa incastrare come pezzi di un bellissimo puzzle. Nessuno rema mai contro e il clima è molto sereno grazie a quello che si stanno trasmettendo mister Piovani e staff. Abbiniamo duro lavoro ai sorrisi e questa cosa non è scontata, mentre in campo tutte corrono per aiutare le compagne.

Nonostante i tuoi soli 20 anni parli da donna molto più matura della tua età, te ne rendi conto?
Esordire presto in un campionato tosto e con una squadra di prestigio come il Brescia mi ha aiutato nel processo di crescita. E oltre a questo ci metto lo spirito di sacrificio che ci mettono tutte le mie compagne ogni giorno, sono sempre tutte disponibili ad aiutarmi e a farmi maturare. La collaborazione è alla base di tutto.

Dopo la rivoluzione estiva pensavi che a fine 2017 vi sareste trovate nell’attuale posizione di classifica? E’ sorprendente per te?
Solo in parte. Al raduno estivo mi è bastato poco per capire che era stato allestito un gruppo dotato tecnicamente e sul piano umano. Ho intravisto subito qualità e quindi il nostro rendimento non mi sorprende così tanto.

A Mozzanica hai fatto un grande intervento, ma il ruolo del portiere è sempre sul filo del rasoio, qual è il segreto per non esaltarsi quando si fa bene e non abbattersi quando si sbaglia?
Il segreto sta nell’andare avanti e non smettere mai di lavorare. Purtroppo gli errori li commettono tutti, ma quando arrivano dai portieri si notano di più. Prendendo ad esempio quello che ho commesso a Verona contro il Chievo, penso subito, anche in quel caso, al ruolo che hanno avuto compagne, mister e preparatore, tutti uniti nel farmi capire che nell’errore non c’è mai nulla di tragico, che bisogna alzare la testa e reagire sempre.

A proposito di preparatore, come ti stai trovando con Paolo Valnegri? Anche lui è nuovo, com’è il feeling?
Mi trovo benissimo, con lui il lavoro è davvero proficuo e, cosa non da poco, c’è un grande rapporto anche sul piano umano. E’ bello lavorare così.

Camelia Ceasar con Paolo Valnegri e Francesca Zanzi nell’ultimo allenamento di oggi.

Nel tuo reparto c’è Chiara Marchitelli, uno dei portieri più forti sul piano nazionale e internazionale da anni, cosa significa per te lavorare ogni giorno al suo fianco?
L’ho sempre detto, crescere accanto a Chiara è un onore e da lei imparo ogni giorno tantissimo. E’ un vero punto di riferimento per me. E’ sempre prodiga di consigli preziosissimi, considerato il suo valore. Mi ha sempre dato tanto, c’è una stima reciproca che cresce di anno in anno.

Chiara Marchitelli, una figura importantissima nella crescita della giovane leonessa Ceasar.

C’è un pensiero particolare per questo compleanno? Come lo festeggerai?
Lo dedico ai miei genitori: in questi due decenni mi hanno insegnato tantissimo, e li ringrazio dal profondo del cuore per avermi fatto diventare la persona che sono oggi. Stasera festeggerò a casa con tutte le mie compagne di squadra, sarà bellissimo.

E la ciliegina sulla torta?
Chiudere il 2017 con un risultato positivo in casa contro la Roma (sabato 16 dicembre ORE 14 al Club Azzurri). Stiamo lavorando ogni giorno perché ciò accada.