Bilancio di fine 2017 per il Brescia CF Primavera con protagonista mister Federico Mazzola, che dopo due stagioni alla guida delle Giovanissime, da questa estate ha preso in mano le redini di Primavera ed Esordienti. Giovanissimo (compirà 30 anni il prossimo primo maggio), ha già grande esperienza da allenatore nei settori giovanili. Prima maschili, da tre anni con le ragazze biancoblu.
“La stagione fino a questo momento non posso che valutarla positivamente – il commento del tecnico – perché oltre ai risultati che abbiamo raccolto, che fanno sempre piacere ma non sono l’obiettivo primario della società, ho riscontrato una grande crescita a livello tattico da parte delle ragazze. La nostra organizzazione, il nostro modo di stare in campo, è cresciuta tanto nel corso delle settimane. Questo perché tutte sono molto disponibili ed attente ad apprendere”.
Una caratteristica, quella dello spirito, della voglia di mettersi in gioco sempre e della disponibilità all’allenamento e alla fatica, che spicca molto più nelle ragazze che nei ragazzi. Mazzola conferma un concetto che già moltissimi allenatori hanno espresso dopo esperienze “trasversali”: “Sì, ho avuto modo di accorgermi che c’è uno spirito diverso nelle ragazze, soprattutto durante la settimana. Con questo non voglio dire che i ragazzi si allenano peggio o con meno voglia, però secondo me siccome le ragazze spesso hanno dovuto lottare per cominciare a giocare a calcio, allora ci mettono sempre qualcosa in più”.
La classifica vede le ragazze bresciane seconde ad un solo punto di distanza dall’Inter: “Una sola partita è andata storta, quella col Monza – sconfitta per 4-2 – però anche lì non è che abbia avuto poi tanto da ridire alle ragazze, perché secondo a me a livello tattico è stata addirittura una delle nostre migliori partite. Purtroppo abbiamo pagato errori individuali, di concentrazione”.
A testimonianza del fatto che la lotta per il vertice è serrata e aperta fino alla fine, il risultato degli scontri diretti: “Sì, sotto quel punto di vista non possiamo certo lamentarci. Delle quattro partite contro le avversarie più ostiche abbiamo messo insieme tre vittorie e un pareggio proprio con l’Inter”.
Che cosa manca – sempre che si possa dire così, visto il distacco minimo – allora alla ragazze per chiudere in testa questo campionato? “Se proprio dovessi andare ad individuare un punto su cui lavorare maggiormente è quello psicologico. Cercare di limitare al massimo i cali di concentrazione, aspetto che spesso ci ha fatto trovare in difficoltà. Sulla tattica si può sempre migliorare, limare qualcosa. Poi non dimentico che sono pochi mesi che alleno queste ragazze, quindi ci vuole qualche tempo per fare assimilare loro determinati concetti. Mi ritengo un allenatore esigente, mi arrabbio se vedo che in partita non si mettono in pratica movimenti provati in settimana, però sono anche una persona autocritica: il primo a farsi l’esame di coscienza in questi casi sono io. Però al di là dei risultati, ripeto, il primario obiettivo della società è quello di allenare e formare nel migliore dei modi queste ragazze per far sì che il maggior numero di loro possa fare il salto in Prima Squadra”.